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2010-2020, Il decennio d’oro dell’Agriturismo Italiano: I cinque Trend vincenti del comparto

Nel periodo considerato, il numero di aziende agrituristiche in attività è cresciuto di oltre cinquemila unità. Le tendenze del turismo pandemico hanno contribuito all’accelerazione del 2020, avvenuta nonostante il crollo del fatturato. La nuova edizione del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano evidenzia i fattori di successo e delinea uno sviluppo da gestire con strategie di valorizzazione da parte degli enti locali

Dal 2010 le aziende agrituristiche in Italia sono cresciute di oltre 5 mila unità (+25%), passando dalle 19.973 alle 25.060 attive al 2020. Una tendenza estremamente positiva che la pandemia non ha intaccato: i numeri mostrano una crescita del 2% nel biennio 2019/2020, favorita soprattutto dalla ripresa avvenuta durante l’estate e dalla voglia di un turismo orientato alla vita all’aria aperta e nel rispetto dell’isolamento sociale. S’interrompe, invece, la crescita del fatturato (-48,9%, per un totale di 802 milioni di euro) a causa delle chiusure forzate e della contrazione del turismo internazionale.

Gli agriturismi rappresentano un’eccellenza italiana, non essendoci realtà analoghe negli altri Paesi europei. Portavoce del concetto di tipicità, tradizione culinaria e territoriale, hanno favorito la riscoperta delle aree rurali e della loro cultura, e contribuito a promuovere l’innovazione e la diversificazione del settore agricolo.

“Gli agriturismi sono un punto di riferimento per un turista attivo, alla ricerca di esperienze da vivere all’aria aperta, particolarmente attento e sensibile verso le tematiche della sostenibilità, del cibo tipico e sano, della riscoperta delle tradizioni delle aree rurali”, afferma Roberta Garibaldi, autrice del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano “Sostenere un loro ulteriore crescita contribuirà a valorizzare e rilanciare i borghi minori e l’entroterra rurale, luoghi di grande fascino ma spesso meno noti al pubblico turistico. Grazie alle risorse messe a disposizione del PNRR gli enti locali potranno incentivare investimenti finalizzati a rafforzare la competitività non solo del singolo comparto, ma dell’intero sistema turistico territoriale”.

Dalla nuova edizione del Rapporto emergono quattro tendenze – accelerate dalla prova pandemica – che ben spiegano il successo ottenuto dagli agriturismi nell’ultimo decennio.

 

PIÙ GIORNI IN STRUTTURA

Chi sceglie l’agriturismo per la propria vacanza vi rimane più a lungo. La permanenza media è di oltre 4 giorni tra il 2010 ed il 2020, decisamente superiore a quella nelle strutture alberghiere (pari a 3 giorni). L’anno della pandemia ha visto un aumento generalizzato della durata del soggiorno – in controtendenza con il recente passato – a causa delle restrizioni al viaggio allora vigenti. Se negli alberghi è stata di 3,2 giorni, negli agriturismi è aumentata da 3,7 notti del 2019 a 4,2 notti nel 2020. Sarà importante valutare se questo cambiamento rimarrà anche negli anni successivi, o si è trattata di un’eccezione legata alla situazione contingente.

BOOM DELLE FATTORIE DIDATTICHE

Fra i servizi offerti dalle aziende agrituristiche che hanno vissuto la maggiore crescita nell’ultimo decennio figurano le fattorie didattiche. Dalle 752 del 2010, oggi se ne contano ben 1.911 (+154%), la maggior parte delle quali si trovano in Piemonte, Lombardia e Veneto. Un vero e proprio boom, che indica una sempre maggiore attenzione verso una proposta ricreativa ed educativa che permette di entrare in contatto con la natura, gli animali, le pratiche agricole. La pandemia non ha fermato questa tendenza: nel biennio 2019/2020 la crescita è stata dell’11%.

FOCUS SULLE ESPERIENZE

L’ampliamento delle esperienze offerte dagli agriturismi è stata una chiave del loro successo. A crescere a tassi superiori alla media sono state le aziende con proposte di degustazione, trainate dal desiderio sempre più forte di scoprire e gustare i prodotti tipici. Il loro numero è aumentato del 67% dal 2010, quando erano solo 3.836 le strutture autorizzate (oggi sono 6.414). La crisi pandemica non ne ha fermato la crescita, con il 7,6% di aziende in più tra il 2019 ed il 2020. Una tendenza simile si ravvisa per gli agriturismi che offrono osservazioni naturalistiche, proposta, questa, che permette di entrare a contatto con la natura e di conoscerla. Se nel 2010 solo 784 aziende avevano nel loro portfolio questa esperienza, nel 2020 si è arrivati a 1.663 (+112%). L’anno 2020 ha portato delle novità, con un ritorno della biciletta, del trekking e dei corsi, in controtendenza rispetto al calo agli anni passati.

UNA ALTERNATIVA AL TURISMO DI MASSA

Negli anni la voglia di agriturismo è cresciuta costantemente tra i turisti, italiani e stranieri. Arrivi e presenze sono aumentate rispettivamente del 78% e del 48% tra il 2010 ed il 2019, dati sensibilmente più alti rispetto ad altre tipologie di alloggio, in primis l’alberghiero. Questa crescita ben esprime il desiderio dei viaggiatori di scoprire piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane in alternativa alle destinazioni turistiche più note ed affollate. La pandemia ha rafforzato questa tendenza, soprattutto tra la clientela italiana; ciò fa certamente ben sperare per una pronta ripresa del comparto, che, come tutte le altre strutture ricettive, ha visto una forte contrazione nel 2020.