Cosa vorresti mangiare? Pesce fresco locale! L’ittiturismo e il pescaturismo

Clara Benevolo, Università degli studi di Genova

Ittiturismo e pescaturismo sono attività imprenditoriali che offrono l’opportunità a turisti e residenti di conoscere le risorse marine e gastronomiche legate al pesce fresco. L’introduzione in Italia della disciplina di queste attività risale agli anni Novanta e da allora è cresciuto l’interesse e la soddisfazione per questo tipo di servizi turistici.
In particolare, la pescaturismo è l’attività dell’imprenditore ittico che accoglie sulla propria imbarcazione persone a fini ricreativi e di turismo come, ad esempio, la pesca dilettantistica. Nell’ambito delle attività proposte può rientrare il consumo (a bordo o a terra) di quanto pescato.
L’ittiturismo, a sua volta, comprende diverse attività turistiche: culturali, didattiche e di servizi; fra queste riveste particolare importanza la ristorazione finalizzata al consumo del pescato e la ricettività, sebbene quest’ultima sia ancora poco diffusa. Entrambe possono essere svolte solo da pescatori professionisti, singoli o associati, anche in forma cooperativa e loro consorzi. Sono attività che consentono di far conoscere diversi ambienti naturali.
Non solo quello marino ma anche le acque dolci e le lagune costiere, valorizzando e tramandando il mestiere della pesca, le specificità delle diverse imbarcazioni utilizzate, le tradizioni nelle tecniche di pesca e negli strumenti utilizzati. Diversi interventi normativi e regolamentari sono stati emessi dallo Stato italiano nel corso degli anni; segnaliamo:
⁃ il decreto ministeriale n. 293/1999 in materia di disciplina di Pescaturismo che introduce questa fattispecie nel nostro ordinamento e il successivo D.Lgs. n. 154/2004;
⁃ la legge n. 96/2006 (disciplina dell’agriturismo) che, all’articolo 12, assimila, alle attività agrituristiche, quelle tipiche dell’ittiturismo ovvero “quelle svolte dai pescatori relativamente all’ospitalità, alla somministrazione dei pasti costituiti prevalentemente da prodotti derivanti dall’attività di pesca nonché le attività connesse” compresa la pescaturismo;
⁃ le leggi e i regolamenti regionali che negli anni a seguire hanno disciplinato queste attività;
⁃ infine, la legge n. 134/2012 che, all’art. 59 quater, prevede che pescaturismo e ittiturismo rientrino pienamente nell’ambito della pesca professionale e non più nelle attività connesse.
Tra gli obiettivi principali che il legislatore vuole perseguire con la
promozione di queste attività imprenditoriali troviamo:
-ridurre l’impatto delle attività di pesca sul sistema marino, coerentemente con le politiche europee di razionalizzazione dello sforzo di pesca;
-supportare il reddito dei pescatori attraverso attività che consentano una sua integrazione;
⁃ promuovere una corretta fruizione degli ecosistemi acquatici e delle risorse della pesca;
⁃ valorizzare e tramandare i mestieri e le tradizioni marinare attraverso i pescatori professionisti;
⁃ promuovere i prodotti freschi della pesca locale grazie all’incremento del loro valore (attraverso le attività di ristorazione o la loro trasformazione e commercializzazione).
I primi «pionieri» iniziarono queste attività negli anni Novanta tuttavia, oggi, non tutti gli operatori sono iscritti negli albi regionali istituiti e non tutti coloro che sono iscritti svolgono effettivamente le attività previste, o ne svolgono solo alcune. Per questo, in Italia, possiamo trovare sia imprese appena avviate sia realtà molto note e affermate anche presso specifici mercati esteri come ad esempio quello tedesco. Dal punto di vista dell’offerta, tra i servizi enogastronomici proposti dai pescatori italiani e dalle loro cooperative, possiamo citare: la ristorazione in barca, in spiaggia o al tavolo in locale dedicato e tipico; la degustazione o la ristorazione da asporto; l’ambiente amichevole e familiare poiché spesso le pietanze sono preparate dal pescatore stesso o dai suoi familiari con pesce fresco locale o con il pesce pescato dal cliente insieme al pescatore.
A questi possono accompagnarsi la ricettività presso »la casa del pescatore» ovvero presso locali attrezzati e dedicati all’ospitalità notturna, spesso sulla spiaggia o in prossimità del mare, e la possibilità di acquistare prodotti alimentari tradizionali confezionati dall’azienda (spesso cooperativa di pescatori). Nell’erogazione di questi servizi vengono particolarmente valorizzati: la freschezza e la genuinità del cibo, le ricette tradizionali, il racconto del territorio e delle sue ricchezze. Soprattutto negli ittiturismi, vengono realizzate anche attività didattiche (rivolte prevalentemente alle scolaresche o ai gruppi), culturali e ambientali, volte a conoscere le specie marine, le tecniche di pesca, le tecniche di conservazione o trattamento del pesce, le tradizioni locali, … Nella pescaturismo, molta importanza hanno tutte quelle attività che consentono la valorizzazione delle attività di pesca, del territorio e del patrimonio ittico: escursioni in mare e giornate di pesca a bordo di imbarcazioni opportunamente attrezzate; la partecipazione attiva alle attività di pesca professionale (ad es. possibilità di salpare le reti con i pescatori o uscite di pesca notturna); la possibilità di vivere il mare o la laguna e i suoi paesaggi a bordo di un peschereccio, di conoscere e vedere le diverse specie ittiche, di scoprire le tecniche di allevamento dell’acquacoltura, di scoprire il territorio e i borghi marinari, di conoscere le tradizioni marinare e l’arte del saper fare. Dal punto di vista del turista, pescaturismo e ittiturismo consentono di vivere esperienze uniche a bordo di una imbarcazione in compagnia di pescatori che conoscono e vivono il mare in tutte le sue dimensioni.
Si tratta di una forma di turismo sportivo, gastronomico e responsabile che risponde al desiderio del turista di vivere esperienze autentiche e a contatto con la natura.
Dobbiamo tuttavia evidenziare che gli aspetti specifici sopra ricordati non sempre vengono adeguatamente comunicati (dagli operatori) e correttamente recepiti (dagli utilizzatori). Spesso, infatti, l’ittiturismo viene paragonato a (o scambiato con) un qualsiasi altro ristorante di pesce e gli operatori non comunicano adeguatamente i propri elementi distintivi. In molte regioni, poi, si tratta di attività ancora poco strutturate per le quali si richiedono conoscenze tecniche, competenze gestionali e di marketing, capacità di servire il cliente, anche straniero, e, nel contempo, di raccontare il territorio, il cibo, le tradizioni, … D’altra parte, l’utente spesso non è preparato al tipo di ristorazione che gli viene proposta e cerca pietanze o specie di pesci che non sono disponibili a livello locale o stagionale così come non è sempre consapevole che le attività di pescaturismo e ittiturismo sono esercitate da pescatori.
Per questi motivi, alcune regioni hanno realizzato iniziative di formazione specifiche, ad esempio sull’igiene dell’ambiente di lavoro a bordo e a terra, sugli obblighi normativi e, soprattutto, sull’accoglienza e l’assistenza al turista, sulle attività ludiche e didattiche. Analogamente, sono stati creati strumenti pratici come il «Manuale di buone prassi operative» e si sta valutando la possibilità di ideare un marchio di riconoscimento e garanzia così come forme di tracciamento del pesce al fine di garantirne e dimostrarne sempre la provenienza locale.