IL FUTURO DEL TURISMO PASSA DALLA QUALITÀ DELLA RIPRESA

Ottimizzare la qualità della ripresa per promuovere un futuro stabile e prospero. È questo uno degli argomenti cardine del Programma di lavoro 2023-24 del Comitato per il Turismo dell’Ocse – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Secondo l’ultimo Interim Economic Outlook dell’organizzazione, infatti, l’economia mondiale sta mostrando segnali confortanti, legati al recupero della fiducia delle imprese e dei consumatori, al calo dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia e alla riapertura della Cina, che dovrebbe avere un impatto positivo sull’attività globale, anche per il turismo. La profondità e la durata senza precedenti della crisi innescata dalla pandemia, però, ha messo in luce le debolezze di fondo dei modelli di sviluppo turistico e dell’economia turistica in generale. Permangono, pertanto, forti incertezze a causa della fragilità economica globale e delle tensioni geopolitiche provocate dai conflitti in corso
La resilienza
“Lavoriamo – spiega la Roberta Garibaldi, vicepresidente del Comitato – , sull’importanza di sviluppare resilienza in tutti i segmenti dell’ecosistema turistico per indirizzare l’economia verso una rinnovata stabilità sostenibile. La crisi ha lasciato segni duraturi e il mondo si trova oggi ad affrontare sfide economiche, politiche, ambientali e sociali di dimensioni inimmaginabili fino a qualche anno fa. È necessaria grande attenzione poiché, nonostante i dati positivi, secondo l’organizzazione le prospettive rimangono fragili”.
Le sfide attuali
Diverse sono le aree di criticità, dalla carenza di personale e di competenze all’alto costo della vita nelle destinazioni turistiche, dalla diminuzione della reputazione dell’industria turistica come datore di lavoro alla decarbonizzazione dell’aviazione. Riguardo quest’ultima, dove il lungo raggio è il più inquinante, è cogente l’aumento della produzione di Sustainable aviation fuel – oggi ridottissimo – e lo sviluppo di tecnologie a emissioni zero. In questo contesto, molto può fare l’Europa in termini di equilibrio della catena di approvvigionamento, sostenibilità, riforme dei pacchetti turistici, e politiche comunitarie a sostegno del settore.
La visione
Le aspettative, entro il 2050, prevedono il 99% dell’aviation alimentata con carburanti ecologici, il 100% delle auto elettriche, la decuplicazione dell’alta velocità ferroviaria e il 47% degli hotel con efficientamento energetico. Per raggiungere questi obiettivi, gli esperti ritengono necessario il mantenimento, senza crescita, dei livelli odierni della distanza complessiva volato, sovvenzioni per le ferrovie e altri trasporti green, investimenti in elettrificazione ed energia rinnovabile e in nuove tecnologie quali alta velocità, idrogeno e celle a combustibile.
“Non tutte le aree geografiche hanno la possibilità di crescere con la stessa velocità – dichiara Garibaldi -: alcune sono meno in grado di fare investimenti verdi e più indietro con le infrastrutture, altre sono più dipendenti dal lungo raggio, e dal turismo in generale, altre ancora soffrono per i cambiamenti climatici mentre alcune hanno già un’economia turistica sviluppata”.
“Auspichiamo – prosegue – un coordinamento internazionale per portare le emissioni sia dell’aviazione sia del crocieristico verso la decarbonizzazione e un piano internazionale per ottimizzare la crescita e i flussi di distribuzione del turismo, compresa la costruzione e l’espansione di aeroporti e porti compatibile con gli obiettivi climatici, creando percorsi di investimento mirati per le destinazioni”.
Turismo pilastro economico
Il turismo sta emergendo da shock e sfide senza precedenti: questo ha aumentato la consapevolezza dell’importanza del settore come forza economica e sociale, aumentando la pressione sulla costruzione di un futuro più forte, sostenibile e inclusivo. È necessaria un’azione politica per bilanciare gli impatti economici, ambientali e sociali e fornire valorialità e benessere per i visitatori, le imprese e le comunità locali.
“La domanda ha resistito bene, ma i vincoli lato offerta persistono – conferma la professoressa -. I cambiamenti nei modelli di viaggio e nei comportamenti dei consumatori stanno ridisegnando il mercato internazionale e quello interno. Nuovi attori stanno cambiando le geografie dei viaggi. Stando agli ultimi dati UNWTO, Qatar e Arabia Saudita sono le due migliori destinazioni per perfomance nel primo semestre dell’anno, facendo segnare rispettivamente +95% e +58% di turisti internazionali rispetto al 2019”.
L’importanza dei dati
Sulla scia della pandemia, molti Paesi hanno sviluppato e aggiornato i loro piani e le strategie nazionali per il turismo con una maggiore attenzione alla resilienza, alla sostenibilità e all’azione per il clima. Piani d’azione e tabelle di marcia vengono utilizzati per mobilitare l’azione e rendere operative queste ambizioni.
Secondo la vicepresidente del Comitato per il Turismo dellOcse, “stiamo assistendo a una maggiore attenzione alla misurazione e al monitoraggio delle prestazioni e alla valutazione dell’efficacia delle politiche nel fornire migliori risultati turistici, con alcuni Paesi che incorporano nuovi obiettivi e indicatori nelle loro strategie. Continua il rafforzamento delle strutture di governance, anche a livello di destinazione, per migliorare il coordinamento nazionale e regionale e per integrare le strutture locale in strategie di pianificazione e sviluppo più ampie, che coinvolgono anche il settore privato”.
“Occorre identificare i problemi strutturali – precisa – per costruire destinazioni più forti attraverso piani di gestione del rischio e strategie adattive, diversificazione dei prodotti e dei mercati turistici, capacità di gestione, migliore integrazione del turismo nelle economie locali, sviluppo dell’attrattiva del lavoro turistico e mantenimento dei lavoratori del turismo. Nel comprendere le esigenze specifiche delle imprese turistiche nei diversi sottosettori, oltre a colmare le lacune di competenze, ora e per il futuro, è urgente supportare le Pmi turistiche nella transizione digitale e verde, mettere nella loro disponibilità prodotti finanziari, formazione e strumenti per la costruzione della resilienza”.
Intelligenze unite
Anche l’intelligenza artificiale giocherà un ruolo rilevante. Porterà a ispirazioni iper-realistiche ed esperienze immersive di realtà mista. I progressi nel riconoscimento delle immagini, negli ID digitali e nei modelli di dati stanno creando sfide e opportunità, personalizzazione e sicurezza.
“L’uso efficace dell’Al generativa – avverte però l’esperta – rappresenta un nuovo fronte nella competitività digitale ma, se non governato, rischia di ampliare il divario tecnologico per le Pmi, che non hanno la forza per utilizzare le informazioni in modo efficace e percepiscono l’analisi dei dati come un processo complesso e costoso. I piccoli sono troppo spesso lasciati indietro mentre i grandi player investono nell’innovazione. Occorre ripensare lo sviluppo in termini tecnologici attraverso una spinta “democratica” nell’alfabetizzazione digitale, dal processo decisionale all’utilizzo dei dati dei clienti per ottimizzare, personalizzare e trasformare le esperienze. Bisogna investire nella tecnologia guardando al futuro degli ecosistemi che consentono all’intero settore di prosperare”.
L’umanità è la nostra grande forza – conclude Roberta Garibaldi -, dalla progettazione delle esperienze digitali alla creazione di opportunità per i professionisti di imparare e scambiare buone pratiche e conoscenze”.