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La gastro-diplomazia al FoodTreX di Londra

Cibo come strumento di promozione e cooperazione internazionale: il concetto di gastro-diplomazia è sempre più importante e diffuso all’estero, ma ancora poco se ne parla in Italia.

Cos’è la gastro-diplomazia?

La gastronomia come leva di diplomazia e strumento di politica estera? Ecco come Roberta Garibaldi sottolinea l’importanza del ruolo del patrimonio culinario: “Il cibo è parte integrante delle relazioni umane, può essere veicolo di fratellanza, in grado di abbattere le barriere linguistiche e culturali in essere, la cultura culinaria può essere uno strumento per appianare le divergenze tra le popolazioni aldilà delle tensioni e dei conflitti politici internazionali. E’ un forte strumento di soft power, usato dalla diplomazia sin dai tempi antichi”.

FoodTreX: tra ricerca ed innovazione

Di gastro-diplomazia si è parlato a Londra durante FoodTreX, il convegno mondiale sul turismo enogastronomico organizzato dalla World Food Travel Association, per il quale Roberta Garibaldi ha presieduto il Comitato Scientifico con Matthew J. Stone, Professore della California State University – Chico.

Udi Goldschmidt, CEO presso il Culinary Institute of Jerusalem, ha portato gli esempi di Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi, due grandi chef, il primo palestinese ed il secondo israeliano che al di là dei conflitti che dividono le rispettive culture sono stati in grado di dare vita a una collaborazione fondata sulla cultura culinaria di origine. A Londra hanno aperto una serie di attività dove servono e promuovono una cucina fusion tra tradizione ebrea, musulmana e cristiana

Italia e gastro-diplomazia, il Cous Cous Fest e il caso di Amatrice

Sul tema della gastro-diplomazia in Italia  il Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo, giunto quest’anno alla sua XXII edizione, celebra il piatto della pace e dell’integrazione per eccellenza. Abbattere le barriere culinarie, culturali ed etniche con un cereale, questo l’obiettivo che il Festival Trapanese porta avanti da parecchi anni divenendo un punto nevralgico di interscambio culturale. Simbolo di convivenza e pace tra i popoli del bacino del Mediterraneo il cous cous è un piatto di tradizione millenaria talmente versatile da venire utilizzato in tutto il mondo in modo differente. Il Festival vede la partecipazione di chef di diverse nazionalità che propongono la loro versione della ricetta, complicità, gioco di squadra e fratellanza e caratterizzano la competizione in grado di andare che va al di là dei conflitti ed i drammi che si consumano nel Mediterraneo.

Il cibo ha rappresentato un importante veicolo di fratellanza e vicinanza tra nazioni anche in occasione di un evento doloroso che ha visto Amatrice tristemente protagonista. Numerosi sono stati i gesti di solidarietà estera nei confronti della città laziale in seguito al terremoto del 2016 basati sulla tipicità locale. Pensata da un blogger e lanciata ufficialmente da Carlo Petrini e Slow Food, l’iniziativa “Futuro per Amatrice”, è stata accolta da molti chef internazionali e l’idea è diventata virale. Tra i ristoranti aderenti il WainCataCata di Tokyo, che per molti mesi ha devoluto una parte dei proventi della vendita di Amatriciana e Vino Frascati alla causa. Lo Chef inglese Jamie Oliver ha proposto l’iniziativa nella sua catena di ristoranti annunciandola tramite una diretta Facebook seguita da 1,5 milioni di persone. Tra le varie iniziative, anche presso la sede newyorkese di “Eataly” è stata organizzata una cena di raccolta fondi. Per l’occasione, il menu, curato da chef italiani ed internazionali, ed il ricavato della cena interamente devoluto al Comune di Amatrice.

Il cibo incentiva ed aggrega

Dai palcoscenici mondiali, alla vita pubblica e privata è innegabile come il cibo sia in grado di influenzarci in modo positivo. L’atto di mangiare non va solamente a soddisfare un bisogno fisico, ma racchiude in se dinamiche sociali, culturali e simboliche. Lo psicologo russo Gregory Razran, a tal proposito, introdusse nel 1938 la teoria chiamata “The luncheon technique” secondo la quale in un’azienda i dipendenti ai quali viene offerto il pranzo riesco più facilmente a migliorare la loro performance lavorativa. Al contempo il cibo facilita la collaborazione: molte compagnie da Google passando per Apple, Pixar, Yahoo e Dropbox hanno introdotto politiche di  “free food” posizionato macchinette per il caffè o per gli snack in punti strategici così da far incontrare persone che non lavorano insieme e aumentare la cooperazione tra dipendenti. Ma non è tutto, Harvard Business Review certifica che negoziare o parlare d’affari durante un pranzo o una cena porta a risultati molto più positivi rispetto a quando le medesime di verificano negli uffici dei dirigenti.