PROGETTO TURISMO DELL’OLIO DEL MEDITERRANEO

Scende l’interesse verso le esperienze più basiche (acquisto e visita standard): il turista desidera sempre più il rapporto con il produttore e la scoperta delle dimore storiche con uliveto. Per accompagnare la crescita nasce un gruppo di lavoro tra i Paesi del Mediterraneo a Matera, mentre vengono premiate le migliori pratiche italiane

Una forte potenzialità ancora in buona parte inesplorata. Appare così il turismo dell’olio extra vergine di oliva. La nuova ricerca condotta da Roberta Garibaldi – presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico – evidenzia che nel settore olio si evidenzia che, tra tutte le varie tipologie di esperienze enogastronomiche, il maggiore spazio di crescita, con un forte gap tra l’interesse verso le esperienze e l’effettiva fruizione. Per accompagnare lo sviluppo del settore nasce un tavolo di lavoro tra tra i rappresentanti dei dieci Paesi della Rete delle Città dell’Olio del Mediterraneo (ReCoMed) con l’obiettivo individuare standard condivisibili sul turismo dell’olio per arrivare alla creazione di un vero e proprio “Club di prodotto EuroMediterraneo”.

GLI INTERESSI DEL TURISTA

Nei dati si evidenzia una lieve flessione dell’interesse verso le esperienze più basiche tra quelle proposte dalle aziende del settore olivicolo. Come principale motivazione che induce il turista a visitare un oleificio si conferma l’acquisto del prodotto a un prezzo interessante, indicata dal 72% del campione – un dato in calo del 5% rispetto alla situazione pre-Covid. Aumenta, invece, sino al 70% la percentuale di coloro che sono attratti dalla possibilità di degustare l’olio in abbinamento ai prodotti e ai cibi del territorio. Il food paring nelle aziende produttive si evidenzia come uno delle tendenze del 2023.

Continuano a suscitare un forte interesse le visite a frantoi storici, gli itinerari a piedi tra ulivi secolari, la scoperta di oleoteche o di musei dell’olio EVO, soprattutto tra gli over 45. Le esperienze di benessere in centri o SPA specializzati dove fare trattamenti a base di olio sono graditi da 1 turista italiano su 2, con predilezione da parte del genere femminile.

Aumenta rispetto al passato l’attenzione verso proposte che escono dalla logica del “mordi e fuggi” e consentono, invece, a far emergere il vero legame tra l’olio e il suo territorio. La più evidente è il rapporto personale con il produttore: il 59% degli intervistati, infatti, vorrebbe avere l’opportunità di incontrare e parlare con il proprietario dell’azienda, una percentuale superiore di dieci punti rispetto alla rilevazione del 2019. In evidenza anche il collegamento tra la produzione di olio e la storia della location collegata: il 66% vorrebbe poter visitare una dimora storica con un uliveto o un’orciaia, dato in piena linea con la tendenza della riscoperta degli antichi palazzi dove si pratica ancora oggi l’attività agricola. Se sopra i 55 anni prevale l’interesse per le esperienze piu tradizionali, dai Millennials e dalla Generazione Z prevale l’interesse verso le experience attive come le cene negli uliveti a lume di candela (60%), la raccolta turistica delle olive (54%) ed il foraging (44%).

Lo studio ben evidenzia la trasformazione in atto da parte della domanda all’interno di un settore, quello dell’olio EVO, nel quale l’offerta è dinamica ed in costante evoluzione. L’apertura alle visite è piuttosto recente, se confrontata con quella delle cantine, e molti visitatori non sono ancora a conoscenza del fatto che ci sia la possibilità di entrare in un oleificio per svolgere attività di diverso tipo e in simbiosi con la natura. “Eppure le potenzialità di questo comparto – grazie alla sua storia secolare, al legame con il territorio e il paesaggio, alle proprietà benefiche del prodotto – appaiono ampiamente inespresse.” afferma Roberta Garibaldi.  “Nel recente passato, le strutture impegnate nell’olivicoltura hanno rinnovato le formule di incoming, con attività differenziate: oggi organizzano corsi di degustazione focalizzati sul prodotto da singoli cultivar, creano le Spa dove l’olio extravergine di oliva diventa la base dei trattamenti, coinvolgono il visitatore nella raccolta e nelle prime fasi di trasformazione dalle olive all’olio, fino ad arrivare alla vendita di piccoli lotti personalizzati per il cliente finale, dove in etichetta appare il suo nome e cognome oltre naturalmente ai riferimenti dell’azienda produttrice. La svolta appare interessante, ma quel che emerge dallo studio 2023 è la ricerca di autenticità, che si basa su un solido legame tra la produzione di olio extra vergine di oliva e la storia dell’azienda.”

VERSO IL FORUM EUROMEDITERRANEO DEL TURISMO DELL’OLIO DEL 2024

Il 23 e 24 giugno si è tenuta a Matera una due giorni interamente dedicata al Turismo dell’Olio del Mediterraneo, promossa dall’Associazione nazionale Città dell’Olio e sostenuta dalla Regione Basilicata.

Il capoluogo lucano ha ospitato nella prima giornata l’incontro tra i rappresentanti dei dieci Paesi della Rete delle Città dell’Olio del Mediterraneo (ReCoMed) – Italia, Grecia, Spagna, Marocco, Tunisia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Turchia e Portogallo. Un importante incontro che ha consentito uno scambio proficuo sullo stato attuale di sviluppo del turismo EVO e sulle buone pratiche nel bacino del Mediterraneo e che ha portato alla nascita di un tavolo di lavoro internazionale che avrà come obiettivo individuare standard condivisibili sul turismo dell’olio per arrivare alla creazione di un vero e proprio “Club di prodotto EuroMediterraneo”. Un primo step in vista di un forum internazionale sul tema del turismo dell’olio che si terrà nel 2024.

CONCORSO NAZIONALE TURISMO DELL’OLIO 2022/23: I PREMIATI

Sempre a Matera si è tenuta la premiazione della terza edizione del Concorso nazionale Turismo dell’Olio – l’iniziativa promossa dalle Città dell’Olio con il patrocinio del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la collaborazione di UNAPROL-Coldiretti e Associazione Italiana Turismo enogastronomico.

105 in gara, 21 esperienze finaliste e 6 premiate per ognuna delle categorie del Concorso:

  • Categoria Aziende agricole, frantoi e cooperative: Picnic in StarsBOX. Esperienza tra gli ulivi storici maremmani, Fattoria la Maliosa (Toscana)
  • Categoria Oleoteche: Evo tour col taccuino, Oliocentrica (Lazio)
  • Categoria Musei dell’Olio: L’arte dell’olivicoltura lauretana, Musei Civici di Loreto Aprutino (Abruzzo)
  • Categoria Ristoranti: L’evoluzione delle consistenze dell’olio, Ristorante “Il Frantoio” di Assisi (Umbria)
  • Categoria Strutture ricettive: Olivum Experience, Palazzo di Varignana (Emilia-Romagna
  • Categoria Agenzie di Viaggio/Tour Operator/Altri Enti: Weekend relax con Olio Abruzzo e gli antichi Vestini, Abruzzo Live experience (Abruzzo)

 

«L’evento di Matera è stato un successo perché ha posto le basi di una proficua e duratura cooperazione tra 10 paesi del Mediterraneo che hanno a cuore la valorizzazione dell’oleoturismo di qualità, un Patrimonio del Mediterraneo che dobbiamo difendere e promuovere esaltandone le origini storiche ed identitarie.  Da lucano, sono particolarmente orgoglioso che la mia Regione sia stata protagonista di un momento di condivisione e scambio così importante. Le Città dell’Olio su questo tema hanno know-how e una leadership sempre più forte, infatti, siamo già proiettati verso un nuovo e significativo traguardo: la realizzazione del primo Forum Euromediterraneo del Turismo dell’Olio che si terrà nel 2024 in Puglia» ha dichiarato presidente dell’Associazione nazionale Città dell’Olio, Michele Sonnessa.