Mauro Rosati, Direttore Generale Fondazione Qualivita
Nel 2014 lancia il portale web CiboDiStrada.it, nello stesso anno viene nominato, dal Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, Consigliere del Ministro per le politiche di valorizzazione e tutela dei prodotti agroalimentari e per le politiche digitali per la tutela del Made in Italy agroalimentare. Nel 2020 pubblica il nuovo Atlante Qualivita edito da Treccani. Attualmente è anche direttore generale di Origin Italia, l’associazione che riunisce oltre 70 Consorzi di Tutela delle principali Indicazioni Geografiche italiane del settore agroalimentare e direttore editoriale della rivista Consortium edita dall’Istituto Poligrafico dello Stato.
Negli anni, il Rapporto sul turismo enogastronomico italiano si è andato a configurare come un vero e proprio “asset” del settore, in grado di fornire gli strumenti di conoscenza necessari alla sua comprensione e ad un suo pieno sviluppo. È riuscito a mettere in luce gli elementi strategici del settore – i punti di forza – e a fotografare le criticità, fornendo analisi e spunti per affrontarle. Per chi guarda al rapporto tra Turismo e mondo agroalimentare come un volano straordinario dei nostri territori, il Rapporto è ormai una guida importante che supporta istituzioni, imprese, Consorzi di tutela e professionisti appartenenti ai diversi ambiti.
È anche grazie allo spazio che il Rapporto ha dato alla Fondazione, che l’Osservatorio Qualivita è riuscito a isolare e far emergere le esperienze turistiche che i Consorzi di tutela DOP IGP hanno progressivamente portato avanti favorendo numerosi operatori territoriali del settore del turismo, dagli agriturismi ai tour operator. Da questo legame nasce il progetto che ha permesso a Qualivita di identificare e definire un importante segmento specifico del turismo enogastronomico, il Turismo DOP, ossia le esperienze turistiche legate a progettualità autentiche sui prodotti a Indicazione Geografica coordinate, su più livelli, dai Consorzi di tutela DOP IGP. Un fenomeno in forte crescita che può contare su una produzione pari a 19,1 miliardi di euro che pesa per il 21% sul settore agroalimentare nazionale e che copre il 100% delle Province italiane (Rapporto Ismea-Qualivita 2022). L’approvazione della bozza di Regolamento delle Indicazioni Geografiche europeo da parte della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento UE, avvenuta il 20 aprile 2023, ha dato un’ulteriore stimolo con la definizione delle competenze turistiche dei Consorzi di tutela attraverso l’attribuzione di un ruolo istituzionale nella promozione enoturistica.
Grazie alla notorietà internazionale dei prodotti a Indicazione Geografica italiani ed alle numerose iniziative promosse dai Consorzi di Tutela, le filiere DOP IGP sono sempre più al centro dell’offerta turistica nazionale, come testimoniano i numerosi esempi. Nel Turismo DOP sono infatti già coinvolte le principali filiere DOP IGP e Consorzi di tutela: Vino (Cantine Aperte, Gran Fondo Gallo Nero, Tempio del Brunello, etc), Olio (Frantoi Aperti, Oliveti Aperti, etc), Formaggi (Caseifici Aperti, Made in Malga, etc), Prodotti a base di carne (Aria di Festa, Finestre Aperte, etc), Aceti balsamici (Acetaie Aperte), Spirits (Distellerie Aperte, Grapperie Aperte, etc). L’Osservatorio Qualivita, solo nel 2022, ha contato oltre 230 eventi organizzati dai Consorzi di tutela fra degustazioni, visite outodoor, festival e iniziative che hanno risposto alla richiesta dei cittadini di esperienze autentiche nei territori del cibo e del vino. E in molti casi proprio le piccole filiere, che più di altre hanno subìto gli effetti legati alla pandemia e alla contrazione di alcuni canali distributivi, sono riuscite a dare una riposta concreta attraverso iniziative di vendita diretta e incoming turistico offrendo esperienze enogastronomiche qualificate. Questo aspetto conferma il Turismo DOP come un vero driver per lo sviluppo delle produzioni e soprattutto dei territori, incentivando quelle attività turistiche e agrituristiche intimamente legate con la produzione agricola e agroalimentare italiana. A questo aspetto si aggiungono numerosi elementi positivi legati al coordinamento dei Consorzi di tutela: dalla formazione di un consumatore sempre più consapevole attraverso attività esperienziali, capaci di trasferire tutti i valori della filiera come il “saper fare”, i fattori ambientali, il patrimonio artistico e culturale o quello storico e sociale fino all’introduzione di una gestione sostenibile coordinata sul territorio in grado di salvaguardare le risorse naturali degli areali.
Nella visione di sviluppo del Turismo DOP, sostenuta come detto anche dalla proposta del nuovo Regolamento delle Indicazioni Geografiche UE, è centrale il nuovo ruolo affidato ai Consorzi perché la visione condivisa è quella di dare valore aggiunto alla filiera non solo nell’aspetto economico, ma apportando qualità e benefici all’intero territorio. In questo scenario tre elementi sono in grado di fare la differenza grazie ai Consorzi di tutela: la capacità di fare una reale “educazione agroalimentare” rispetto alle produzioni territoriali autentiche, la competenza nella tutela delle Indicazioni Geografiche dalle imitazioni anche in ambito turistico e l’attitudine di creare sinergie e offerte turistiche in ottica di sostenibilità.
L’educazione rispetto alle filiere DOP IGP avrà il compito di trasferire una conoscenza a trecentosessanta gradi non solo a livello di prodotto, ma anche di territorio, di saperi, di biodiversità, di cultura, creando o rinnovando il legame con il visitatore. La tutela del patrimonio agroalimentare nazionale è ormai un tema di opinione di grande rilevanza e i Consorzi di tutela DOP IGP sono ormai da anni i soggetti più esperti in grado di fare la differenza anche nell’ambito della promozione turistica. Allo stesso tempo sono anche i soggetti più impegnati per salvaguardare i fattori naturali di produzione e la biodiversità che hanno reso grandi le loro produzioni, così come i più idonei a garantire una sostenibilità economica e sociale sostenendo anche l’occupazione di filiere non delocalizzabili.
Il turismo enogastronomico rappresenta una grande occasione. Il nostro auspicio è che la visione delle imprese e delle organizzazioni – accompagnate anche dai Consorzi di Tutela – abbracci non solo il lato economico, ma anche altri ambiti che hanno a che fare con la qualità della vita come appunto educazione e sostenibilità.