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Viaggio enogastronomico a Bergamo. Quando i sapori e i profumi raccontano il territorio

Ringrazio Itinerari e Luoghi per averci permesso di narrare le ricchezze enogastronomiche della mia città. Ecco il sito e di seguito l’articolo

Bergamo è la città in cui sono nata e in cui vivo, è il luogo del cuore in cui affondano le mie radici. Ma non solo: Bergamo è anche un territorio che ha molto da dire in termini di ricchezza enogastronomica. Non è un caso che nel 2017 la città sia stata Regione Europea della Gastronomia insieme a Brescia, Cremona e Mantova e che quest’anno il territorio sia candidato a entrare nella lista UNESCO come città creativa della gastronomia.

Il turismo esperienziale ha proprio questa caratteristica: la tendenza sempre più diffusa a immergersi in un territorio cercando di sfogliarne tutte le sfumature, secondo un ventaglio di percezioni che si rifanno non solo alla vista ma anche al gusto e all’olfatto. Bergamo, da questo punto di vista, è una scala ampia di profumi e di sapori che vanno ascoltati con attenzione e ognuno dei quali racconta una storia, oltre che un prodotto.

E’ il caso – per esempio – della più piccola DOCG italiana, il Moscato di Scanzo. Il “nettare orobico” è un passito rosso da vitigno autoctono e aromatico. Era noto già ai tempi delle guerre tra guelfi e ghibellini, ma iniziò a spopolare in tutta Europa nell’Ottocento quando si narra che l’artista bergamasco Giacomo Quarenghi ne fece dono alla zarina. Oggi questo prezioso vino da meditazione – apprezzato anche a Buckingham Palace – viene prodotto in sole 60.000 bottiglie da mezzo litro, su un terreno vitato di circa 30 ettari.

Interessantissima anche la storia del gelato alla stracciatella che – cosa che molti non sanno – è nato proprio a Bergamo grazie a un ristoratore toscano, Enrico Panattoni, del ristorante “La Marianna”. E’ qui che nel 1961, ispirandosi all’ominima minestra romana in cui le uova vengono “stracciate” nel brodo, Panattoni creò la stracciatella versando il cioccolato fondente caldo tra le pale durante il processo di mantecazione del fiordilatte. La scoperta di questa storia ha dato il via a un progetto integrato di ampio respiro due anni fa quando, in occasione di East Lombardy, abbiamo chiesto al ristorante “La Marianna” se era disponibile a condividere la ricetta originale e a farla diventare una risorsa condivisa, appartenente al territorio.

Parlando di latticini, peraltro, non si può che fare un breve – e saporito – excursus attraverso il mondo dei formaggi dove Bergamo vanta il primato europeo per le DOP casearie: 9 delle 50 DOP nazionali appartengono infatti al territorio. Parlo  del Taleggio, del Bitto, del Formai de Mut, dell’antenato del gorgonzola – lo Strachitunt –  a cui seguono, a ruota, perle culinarie come il  Salva Cremasco, il Quartirolo lombardo, il Provolone Valpadana, il Grana Padano e il Gorgonzola. Un vero e proprio forziere dei tesori, che a ottobre saliranno sul palco del World Cheese Awards: gli Oscar dei Formaggi che sbarcheranno in Italia. Non a caso proprio qui, a Bergamo.

Insomma, ci sono molti buoni motivi per imparare a guardare attraverso il filtro privilegiato dei profumi e dei sapori che tessono in una fitta rete di storie la trama di questa città. La bellezza di Bergamo va conosciuta e assaporata con cura e dedizione, magari dalla prospettiva privilegiata dei suoi ristoranti: il pluristellato “Da Vittorio” dove  “tradizione lombarda e genio creativo” creano il filo conduttore dell’offerta al cliente. Il “Baretto di San Vigilio”, dove gusto e vista possono godere  lungo tutta la giornata accompagnata da un impagabile colpo d’occhio dall’alto. Per chi ama le trattorie, poi, c’è solo l’imbarazzo della scelta dal “Al GiGianca”, tra le Osterie d’Italia Slow Food, alla trattoria “D’Ambrosio Da Giuliana”, uno dei luoghi più amati dai Bergamaschi, dove la proprietaria negli anni è riuscita a creare un luogo iconico per la città.

Concludiamo con i luoghi legati al gusto, dove vivere esperienze di scoperta dei percorsi di produzione. Alcuni esempi. Dalla “Tenuta degli Angeli” a Carobbio dove tra le varie attività è possibile visitare l’acetaia e degustare un ottimo aceto balsamico, all’azienda agricola “Il Castelletto” dove pochi anni fa è stato aperto il primo frantoio in terra bergamasca grazie alle secolari piante di olive della tenuta, al vino, dove nell’ambientazione suggestiva di “Villa Paglioncelli”, a Scanzorosciate, una dimora storica del XVII secolo si possono svolgere visite e degustazioni relative al Moscato.